Seconda Domenica di Avvento

Anno B

“Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace”
Seconda Domenica di Avvento – B (2023)

Attendiamo il Signore a partire dalla sua promessa, ricordando la pienezza che ci attende, verso cui ci facciamo pellegrini nel tempo. Il profeta Isaia annuncia il Signore che verrà a salvare, farà udire la sua voce “nella letizia del vostro cuore” (antifona d’ingresso, Is30,19.30). Il richiamo a preparare il cuore, a “camminare verso il giorno” in cui il Signore si manifesterà come Salvatore, e ad annunciare la gioia, può essere disorientante, o quanto meno inattuale, in un tempo come il nostro: non abbiamo forse più spesso la sensazione di procedere nel buio, e di brancolare senza una direzione precisa, mentre rimbomba il frastuono delle armi e della violenza? Ma già il profeta Isaia parlava a un popolo chiamato a vivere un nuovo esodo e a sperare e a gioire confidando nelle promesse di Dio, dopo l’esperienza della disfatta. Il Signore viene, porta con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Ogni valle deve essere colmata, ogni ostacolo rimosso per accogliere colui che porta in premio la sua presenza e la sua cura, forte e tenera, come quella di un pastore buono, dal braccio forte e premuroso.

“Il Signore non ritarda”, afferma san Pietro. Piuttosto, ci dona tempo per convertirci alla fede nel compimento delle sue promesse: “aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2Pt 3,13), quella giustizia così spesso conculcata per interi popoli, o tradita nel segreto del cuore umano. “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace”, invoca san Pietro. Quella pace che solo Cristo sa dare e che permette di attraversare ogni tempesta, ogni notte, in comunione con Dio.

Alla nostra attesa, dunque, si mescola il presentimento, l’intuizione della pienezza che ci è data in Cristo: Lui è il nuovo cielo e la terra nuova in cui può fiorire la giustizia ed è per questo che, anche nella prova, la nostra attesa può conoscere la gioia e osare annunciarla. Ormai, in Cristo, si apre per tutti una via nuova, che Giovanni Battista annuncia con forza e umiltà: sa bene di essere solo la “voce” che prelude la “Parola”, sa bene di dover diminuire davanti all’arrivo di “colui che è più forte”. Diminuire, pagando infine con il sangue la sua coerenza e la sua fedeltà. 

Giovanni Battista si fa, dunque, portavoce e dona un battesimo di conversione, in attesa di un tempo nuovo: dal battesimo con acqua, al battesimo in Spirito Santo, dal battesimo di conversione, al battesimo di illuminazione. Il battesimo che il buon Pastore porta apre una via inedita, interiore, che fa breccia e si fa strada nel cuore. Il Signore viene e il suo avvento si compie nel cuore dell’uomo: viene dentro, erompe per irradiarsi, come luce indefettibile e delicatissima. 

La via aperta nel cuore è infatti la stessa via della nostra salvezza, che ci fa camminare da figli, guidati dalla luce dello Spirito, verso il regno del Padre: non solo il regno che ci attende alla fine del tempo, ma quello dove gli occhi del cuore finalmente si aprono e imparano a vedere secondo Dio. Dio ci dona un tale sguardo nuovo, a condizione che accettiamo di farci pellegrini e di lasciarci alle spalle il nostro modo di vedere le cose, umano troppo umano. A condizione di vivere il nostro battesimo come un progressivo cammino verso la profondità della nostra relazione con Dio. Sperimenteremo, allora, di non camminare da soli, ma che Cristo per primo si fa pellegrino con noi, ci “porta sul petto” e come nostro fratello in umanità ci conduce, con in cuore la pace di camminare con Lui.

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